L’inquinamento del fiume Sarno
Lo stato di gravissimo degrado del bacino del fiume Sarno è dovuto al combinato operare di una pluralita` di fonti di inquinamento: innanzi tutto quelle urbane, che vanno ricollegate al forte impatto antropico causato da caotiche espansioni urbanistiche e dall’elevata densita` abitativa, fenomeni che hanno avuto come conseguenza uno smisurato aumento volumetrico dei reflui urbani e anche degli sversamenti abusivi.
Sempre alla categoria delle fonti urbane di inquinamento vanno ricondotte le perdite da reti fognarie primitive e sottodimensionate rispetto ai carichi da convogliare, gli scarichi direttamente in falda, la pratica dei pozzi neri disperdenti, la percolazione da aree adibite a discarica ma impermeabilizzate in maniera approssimativa ovvero, quando abusive, non impermeabilizzate affatto.
Le fonti di inquinamento agricole sono rappresentate, invece, dall’uso spesso indiscriminato di fertilizzanti chimici, di fitofarmaci, di antiparassitari, di anticrittogamici, di diserbanti nonche´ di reflui di origine zootecnica utilizzati come concime.
Le fonti di inquinamento industriali, nel caso specifico, sono da ascrivere in preponderanza agli scarichi non trattati degli stabilimenti conciari, conservieri, cartari, tipografici e di altro tipo, a cominciare da quelli della lavorazione del marmo e della ceramica.
Negli ultimi decenni sono state avviate e realizzate una serie di opere destinate sia alla prevenzione e cura del letto e del bacino di riferimento sia alla depurazione del fiume, il più inquinato d’Europa, prima del suo sversamento in mare con la realizzazione di un’impianto di depurazione presso la foce.
Le Opere in progetto
Oggetto dell’incarico sono le opere necessarie a convogliare all’Impianto di depurazione Foce Sarno le portate provenienti dall’ampio bacino di utenza sito in destra idraulica del fiume Sarno e dall’emissario fognario generale dei comuni di Castellammare di Stabia, Lettere e Santa Maria la Carità. L’opera di progetto è costituita da un primo tronco realizzato mediante la posa di n.3 condotte in acciaio, in parallelo, del diametro DN 900-700-600 e da un secondo tratto consistente in un collettore di sezione scatolare, realizzato in opera 5,30×1,80m
È stata realizzata la posa in un primo tratto fognario costituito da n.3 tubazioni, in parallelo, in acciaio, del diametro DN 900-700-600 per uno sviluppo di 813,50 m circa e di un tratto finale di sezione scatolare, realizzata in cemento armato in opera, di dimensioni 5,30m x 1,80m avente lunghezza di 414 m circa. La principale difficoltà realizzativa è consistita nella necessità di dover operare sempre in presenza di un considerevole livello di falda: pertanto, si sono utilizzati, a secondo dei casi, sia sistemi di confinamento della falda mediante l’uso di palancole metalliche e aggottamento well-point, sia l’impermeabilizzazione del piano di posa mediante l’uso della tecnica del jet-grouting.
L’imprevista interferenza di tracciato con un cavo TERNA di alta tensione, ha comportato la necessità di modificare l’andamento planimetrico del collettore fognario, in modo da interrompere il suddetto cavo e procedere alla realizzazione mantenendo, per l’esiguità degli spazi a disposizione, una distanza minima di sicurezza dal cavo in tensione pari a soli 70 cm. La variazione di tracciato del “Mandata 3” ha comportato la necessità di dover procedere ad un riordino complessivo della rete fognaria esistente nella sede stradale della via Napoli; tale obiettivo è stato raggiunto mediante la realizzazione di un complesso sistema di collettori scatolari in cls, idraulicamente interconnessi tra loro e confluenti nella vasca di equalizzazione posta all’ingresso del citato impianto di depurazione di “Foce Sarno”.
In particolare, nella zona di interferenza con il cavo dell’alta tensione, si è previsto: di deviare il collettore di “Castellammare” in un by pass costituito da nuovo scatolare realizzato in aderenza all’esistente e con identiche caratteristiche idrauliche, e di realizzare un nuovo collettore, in prosecuzione dell’attuale “Mandata 3” a sezione variabile che, connesso all’esistente collettore “Castellammare” mediante luci di collegamento, garantisca il mantenimento delle sezioni idriche di trasporto. Superata la zona di interferenza con il cavo dell’alta tensione, in prossimità della vasca di arrivo all’impianto, la sezione del collettore di progetto torna ad essere realizzata con lo speco di dimensioni pari a quelle iniziali ed il By pass del Castellammare viene immesso nuovamente nell’originale collettore.