INTERVENTI DI PROGETTO

Il programma degli interventi per l’emergenza idrica in Campania, avviato sul finire degli anni ’80, comprendeva tra gli altri, la realizzazione del campo pozzi di S. Salvatore Telesino che, di fatto, fu solo in parte realizzato e mai avviato all’esercizio. Il susseguirsi di annate siccitose e le conseguenti crisi idriche, hanno spinto la Regione Campania a riconsiderare l’utilizzo del campo pozzi di San Salvatore Telesino quale utile risorsa strategica in caso di deficit idrico del sistema Regionale.

SCHEMA DI FUNZIONAMENTO

Il campo pozzi consta di 11 pozzi (10 + 1 di riserva) ciascuno di produttività media dell’ordine dei 50 l/s per complessivi 500 l/s. Ogni pozzo si compone di un piazzale, un manufatto avampozzo e una camera di manovra. Completano l’area una viabilità di accesso dedicata e un edificio di servizi.

In condizioni ordinarie lo schema di funzionamento prevede che il vettore proveniente dalle sorgenti del Biferno adduca la portata captata verso l’Acquedotto ex Casmez, sino ai serbatoi di San Clemente. Da tale vettore, in tenimento della frazione di Curti (Comune di Gioia Sannitica) si dirama una condotta in acciaio DN 600 per 45 Km che, dopo aver servito lungo linea i comuni della piana Telesina arriva sino a Benevento, alimentando i serbatoi di distribuzione cittadina.

Il campo pozzi si inserisce nel sistema di adduzione lungo la suddetta condotta DN 600 attraverso una interconnessione a circa 15 km dalla diramazione di Curti.

Come anticipato, il campo pozzi fu realizzato nei primi anni 80 ed ha previsto la realizzazione di n.11 pozzi, della relativa condotta DN 700 di mandata, del torrino di sconnessione idraulica a quota 300 msm e della condotta DN600 di interconnessione.

Lo schema di funzionamento del sistema, così come si presentava originariamente, prevedeva che la portata emunta dal campo pozzi fosse sollevata al torrino di sconnessione (a quota sfioro pari a 300 msm) mediante una condotta di mandata generale del DN 700 in acciaio e, dal torrino, tramite una condotta a gravità DN 600 immessa nella condotta per Curti – Benevento.

Durante la fase di progettazione si è riscontrato che il carico idraulico assoluto indotto dal torrino esistente, posto ad una quota di 300 msm, non fosse più sufficiente ad alimentare tutti i comuni della Valle Telesina: si consideri, ad esempio, che il comune di San Salvatore Telesino dispone di un serbatoio cittadino a quota 330 msm.

Pertanto, per poter rendere la risorsa dei pozzi fruibile per l’utenza della condotta Curti – Benevento, è stata elaborata una modifica dello schema idraulico originario studiando delle elettropompe in grado di sollevare una portata – per singolo pozzo – pari a 50 l/s con una prevalenza tale da alimentare un nuovo torrino di carico posto a quota 360 msm.

In progetto, visti i tempi brevi per rispondere alla crisi idrica, si è stabilito di realizzare il torrino in una fase successiva, avendo preventivamente dimensionato le elettropompe in modo da poter lavorare efficientemente anche senza il nuovo torrino. Al fine di rendere attuabile quanto progettato si è usufruito di un by pass ai piedi del torrino esistente, in modo da poter interconnettere il DN 700 di mandata generale in risalita dal campo pozzi al DN 600 in discesa dal torrino, creando sostanzialmente una lunga mandata fino all’interconnessione con la condotta DN 600 sia verso Benevento che, in controflusso, verso Curti (Comune di Gioia Sannitica).

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